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Mappa della mafia, la DIA: “A Foggia morte Sinesi avrebbe stravolto tutto”

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“La società foggiana e la mafia garganica impattano con inusitata violenza sulla provincia di Foggia, dove continuano a registrarsi attentati dinamitardi ed incendiari in danno di imprenditori ed esercizi commerciali”. Così scrive la Direzione Investigativa Antimafia nell’ultima relazione (secondo semestre 2016) sulla criminalità organizzata in Italia. Nel capitolo relativo alla nostra provincia, si analizzano i sodalizi malavitosi presenti nelle varie aree del Foggiano, dalla città capoluogo al Gargano, passando per l’Alto e il Basso Tavoliere.

Concentriamo oggi la nostra attenzione sulla città di Foggia che proprio nel semestre in questione ha visto acutizzarsi la guerra di mafia tra due clan storici. “Lo scenario criminale del capoluogo - si legge - continua ad essere segnato dalla faida tra la consorteria dei Sinesi-Francavilla e quella dei Moretti-Pellegrino-Lanza. È in questo contesto che si inscrive il tentato omicidio avvenuto in città il 6 settembre 2016, in danno del boss della famiglia Sinesi (Roberto Sinesi detto “lo zio”, ndr) rimasto ferito a bordo dell’auto condotta dalla figlia. L’agguato - che segna la fine dello stallo registrato nel corso dell’ennesima guerra di mafia consumatasi nel capoluogo tra settembre 2015 e gennaio 2016 – va letto non solo come l’ennesimo episodio di sangue della citata faida, ma anche come un’azione criminale che, se avesse avuto un epilogo infausto, avrebbe stravolto gli attuali assetti e gerarchie dell’intera Società Foggiana. Fatti di questo tipo, assieme alla detenzione carceraria di molti sodali, ai continui interventi preventivi e repressivi da parte della Magistratura e delle Forze di polizia, alle sovrapposizioni dei clan nella gestione degli affari illeciti sul territorio (dovute all’assenza di un organo condiviso tra le tre consorterie mafiose foggiane già federate nella Società), concorrono a mantenere questo stato di accesa conflittualità, che porta a frequenti riassetti di potere e alla nascita di alleanze trasversali particolarmente pericolose”.

Candelaro, l'agguato a Sinesi

E ancora: “Altri gravi episodi di sangue, sicuramente ascrivibili all’accennato scenario, sono il duplice agguato avvenuto il pomeriggio del 29 ottobre 2016, nel corso del quale è rimasto ucciso un giovane pregiudicato e ferito un altro (Roberto Tizzano e Roberto Bruno, ndr), entrambi legati al boss Vito Bruno Lanza, esponente di vertice del clan Moretti-Pellegrino-Lanza. A questi si aggiungono il ferimento, avvenuto il successivo 28 dicembre, di un altro pregiudicato, collegato al gruppo Sinesi-Francavilla. Un’importante risposta a questa escalation di violenza è stata data il successivo 31 dicembre, con l’esecuzione del fermo di indiziato di delitto nei confronti di un noto pregiudicato di San Marco in Lamis (Patrizio Villani, ndr), legato al clan Sinesi-Francavilla, in quanto ritenuto uno degli esecutori materiali dell’agguato mafioso del 29 ottobre”.

Bar H24, l'omicidio Tizzano

Stando alla relazione della Dia, “sul piano generale, la criminalità foggiana, oltre a prediligere il racket delle estorsioni con particolare attenzione al settore edile, continua ad essere attiva nelle rapine e nel settore degli stupefacenti, contesto in cui interagisce anche con altre realtà criminali della provincia (sanseverese, garganica e cerignolana). È quanto, da ultimo, si è rilevato nell’ambito dell’operazione “Reckon”, conclusa dall’Arma dei Carabinieri i primi giorni di ottobre, che ha permesso di smantellare un sodalizio composto da appartenenti al clan Moretti-Pellegrino-Lanza, dedito al traffico di sostanze stupefacenti e attivo anche fuori provincia, nelle aree del Basso ed Alto Tavoliere”.


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