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Channel: Inchieste – l'Immediato
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Faragola, un sito millenario abbandonato a se stesso. Il sindaco: “Mai visto un operaio”

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Un sito archeologico di rilievo nazionale senza alcun tipo di sorveglianza, vigilanza o telecamere. Eppure, i lavori per il “recupero e la valorizzazione dell’area archeologica” sarebbero dovuti partire a novembre 2016 per concludersi a marzo 2018. La Regione Puglia con il Mibact, infatti, aveva investito 1,6 milioni di euro, appaltando l’opera all’Ati Nei Restauro e Costruzioni srl di Genzano di Lucania (Potenza) con l’Hgv Advertising srlu. Un progetto bloccatosi negli ultimi mesi per via del “caldo”, secondo le informazioni riferiteci dal ministero. I lavori sarebbero ripartiti “in questi giorni”. Per i Vigili del fuoco e per le forze dell’ordine, dopo il sopralluogo di questa mattina, la natura dell’incendio sarebbe “accidentale”, provocata dalle sterpaglie circostanti alla preziosa villa romana. Ma i dubbi rimangono molti, a cominciare dalla combustione troppo veloce della struttura, che sulla carta doveva essere “ignifuga”, ovvero molto resistente alle fiamme (solo dopo 8 ore il rogo dovrebbe cominciare ad ardere i materiali). Un lasso di tempo abbondante per scongiurare i danni irreparabili registrati tra i reperti.

Il direttore dei lavori, Francesco Longobardi, del segretariato generale del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo per la Puglia, proprio in questi giorni avrebbe dovuto dare l’okay alla ripresa delle attività. L’ex rettore dell’Unifg, Giuliano Volpe, ora presidente del Consiglio Superiore per i Beni culturali e paesaggistici, ci fa sapere che “in tutta la gestione di questo cantiere non avevo alcun ruolo, nemmeno come consulente scientifico”. Dice di essere allibito dall’assenza di qualsivoglia sistema di sicurezza. Eppure, negli ultimi tempi da queste parti sarebbero stati visti pullman di turisti. Anche il sindaco di Ascoli Satriano, Vincenzo Sarcone, si tira fuori da ogni responsabilità e si prepara a raggiungere, domani pomeriggio, il prefetto di Foggia Massimo Mariani.

Vincenzo Sarcone

“Ci sono dei fatti gravissimi in questa vicenda – commenta a l’Immediato -, in quel cantiere che non era ancora un parco archeologico, non c’era assolutamente niente, né sorveglianza né recinzioni. Per di più, ho fatto più sopralluoghi dalla consegna dei lavori e non ho mai incontrato operai al lavoro. L’unica opera visibile, che ho visto negli ultimi giorni al rientro dalle vacanze, sono dei piccoli muretti: davvero poco visto l’importo dell’appalto. Eppure l’importo dell’appalto poteva consentire ad un costruttore qualsiasi di realizzare tre palazzi. Ma qui non c’erano nemmeno i bagni. Ho dovuto vietare tutte le visite guidate che erano state organizzate senza che sapessi nulla. L’informazione l’ho avuta da alcune persone che postavano foto su internet lamentandosi dell’assenza di servizi igienici. Il Comune non poteva far nulla, visto che non era committente delle opere”.

Poi dice di avere paura in un territorio che non ha nessun tipo di sorveglianza. “Se fosse confermata la natura dolosa – commenta -, sarebbe preoccupante anche per le altre ricchezze della nostra città. Abbiamo un museo con opere uniche, come i Grifoni. Bisogna fare emergere tutte le eventuali responsabilità, anche perché io a questo punto ho paura. Siamo rimasti senza comandante dei carabinieri da giugno e negli ultimi tempi ho subito pure minacce per via dei provvedimenti che ho adottato in seguito alle direttive per gli eventi pubblici. Sarò a disposizione per far luce sulla vicenda – conclude -, a tutela della mia persona e della mia comunità”.


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