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Appalti pilotati a Foggia, 4 i filoni d’indagine. Legale Di Donna tuona: “Notizia coperta da segreto. Chiaro disegno politico”

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di FRANCESCO PESANTE

Uninchiesta della Procura di Foggia tira in ballo l’azienda Ataf. Gli inquirenti avrebbero scoperchiato un sistema di appalti pilotati che coinvolge – secondo le accuse – Massimino Di Donna, padre di Michaela Di Donna e suocero del sindaco Franco Landella, questi ultimi estranei alle indagini. Nelle carte in nostro possesso spuntano 4 filoni: polizze, acquisto mezzi, gestione spazi pubblicitari sui mezzi e servizio impianti antincendio in tre parcheggi della città.

Si parla di modifiche nella gara di aggiudicazione per la stipula della polizza assicurativa RC Auto della flotta aziendale Ataf in favore della Gl Brokers di Giovanni Longobardo. Dicecca e Ferrantino, rispettivamente dg e presidente Ataf, insieme a Longobardo avrebbero “predisposto d’intesa tra loro il contenuto del bando di gara per la stipula della polizza avvalendosi di mezzi fraudolenti, omettendo la necessaria nomina della commissione esaminatrice delle offerte dei vari partecipanti, turbando così la gara”.

Presunti favori anche alla società gestita da Michele Di Maio per il contratto di vendita di 10 autobus a gasolio. Per gli spazi pubblicitari sui mezzi, invece, questo “gruppo di potere”, capeggiato da Di Donna, si sarebbe accordato con Massimo Rendinella, amministratore della Mrc Consulting “a cui sarebbero stati assegnati punteggi sovrastimati riguardo un presunto servizio di grafica offerto dalla società”. In buona sostanza avrebbero fatto “apparire falsamente che l’offerta della società di Di Maio era stata valutata collegialmente da tutti i membri della commissione di gara, mentre in realtà l’aggiudicazione era stata decisa dai soli Dicecca e Ciuffreda”.

Infine la gara pubblica per il servizio di manutenzione degli impianti antincendio dei parcheggi Zuretti, Ginnetto e Vincenzo Russo. Stando alla Procura, in questo caso sarebbe intervenuto proprio Di Donna al fine di affidare illecitamente il servizio alla società di Sergio Giannini che è anche titolare del locale “Tre Archi”, ritenuto dagli inquirenti luogo di ritrovo del gruppo. “Di Donna, Ferrantino, Ciuffreda, Giannini e Damiano sono sottoposti a indagine – si legge –, in concorso tra loro, nelle rispettive qualità Ferrantino di presidente Cda dell’Ataf, Ciuffreda di funzionario Ataf, Giannini di amministratore della Geosolar costruzioni srl e Damiano di amministratore della Euroelettrik, entrambe concorrenti nella gara pubblica per l’affidamento del servizio di manutenzione degli impianti antincendio su indicati e infine Di Donna, nel ruolo di istigatore per l’affidamento illecito del servizio in favore della società di Giannini, mediante collusione, consistita nel concordare d’intesa tra loro l’aggiudicazione della gara in favore della società di Giannini nonché nel predisporre d’intesa il contenuto dell’avviso pubblico, rivolgendo gli inviti per la partecipazione alla gara ad alcune imprese indicate da Giannini, turbando così la regolarità della procedura di gara pubblica”.

Ieri, su disposizione del pm Enrico Infante, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, la polizia ha effettuato perquisizioni a casa dello stesso Massimino Di Donna ma anche nelle abitazioni di Massimo Dicecca, ex dg Ataf, Raffaele Ferrantino, presidente Ataf, Giovanni Longobardo, Michele Di Maio, Leonardo Ciuffreda, Massimo Rendinella, Marco Damiano e Sergio Giannini. 9 in tutto gli indagati per turbativa d’asta. Secondo la Procura, Di Donna avrebbe avuto un ruolo centrale perché “dagli atti di indagine appare in grado di influire sulle procedure di gara, avvalendosi dei suoi stretti rapporti con il sindaco di Foggia, suo affine”.

Avvocato Curtotti: “Strumentalizzazione politica”

Michele Curtotti

Nota stampa giunta dall’avvocato Michele Curtotti, legale di Di Donna, Giannini e Damiano: “In relazione alle notizie di stampa sulle perquisizioni effettuate per presunti illeciti nella gestione di gare d’appalto della società Ataf SpA, ritengo opportuno, in qualità di difensore, tra gli altri, del presidente dell’azienda, avvocato Raffaele Ferrantino, e del signor Massimo Di Donna, precisare quanto segue: L’unico atto, allo stato, notificato agli indagati, è un provvedimento di perquisizione finalizzato alla ricerca di elementi di prova. È chiaro, quindi, che si tratta di doverosi accertamenti d’indagine, disposti dalla Procura della Repubblica di Foggia con apprezzabile e prudente scrupolo investigativo.

Far diventare tale attività, peraltro coperta da segreto, una “notizia da prima pagina” – strumentalizzando per fini evidentemente politici una notizia di cronaca giudiziaria – è un malvezzo a cui non è possibile abituarsi. È appena il caso di ricordare che, allo stato, non vi è una imputazione cristallizzata, bensì soltanto una ipotesi investigativa che meriterebbe maggior rispetto da parte di quanti sono chiamati al doveroso ma delicato compito di informare l’opinione pubblica.

A tal proposito, nell’evidenziare che tutti gli indagati attendono serenamente gli esiti di tali accertamenti e sono pronti, quando e se sarà necessario, a chiarire le proprie posizioni, devo fortemente stigmatizzare la scelta dell’edizione di Bari del quotidiano La Repubblica – ripresa poi da altre testate giornalistiche locali – di accostare ad una indagine, lo si ribadisce ancora nelle sue fasi iniziali, l’esponente di Forza Italia Michaela Di Donna, del tutto estranea ai fatti”.

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