Preti nel peccato. In un dossier di 1300 pagine, l’escort-gigolò Francesco Mangiacapra (l’uomo che denunciò “don Euro”) tira in ballo oltre 50 tra preti, appartenenti a ordini religiosi e seminaristi, che secondo Mangiacapra portano avanti una vita sessualmente dissoluta. Chat erotiche (soprattutto sulle app Grindr e Romeo), sesso a pagamento, frequentazioni di locali per omosessuali, incontri di gruppo, a volte in canonica. Il dossier, che Mangiacapra ha depositato presso la Curia di Napoli e in Procura, svela una lobby di preti gay che si frequenta, che si presta mutuo soccorso e che organizza orge e festini. Oltre mille screenshot dalle chat di Facebook, WhatsApp, Telegram e immagini prese da Grindr, social per gay, inchiodano numerosi sacerdoti.
I religiosi
Nel documento sono elencati i religiosi finiti nel peccato. C’è anche la Puglia, compresa la provincia di Foggia.
1 appartiene alla diocesi di Acerra, 1 alla diocesi di Acireale, 2 appartengono alla diocesi di Amalfi-Cava, 2 alla diocesi di Aversa, 2 alla diocesi di Bari, 1 alla diocesi di Catania, 1 alla diocesi di Ischia, 2 alla diocesi di Cosenza-Bisignano, 1 alla diocesi di Isernia, 1 alla diocesi di Manfredonia-San Giovanni Rotondo, 1 alla diocesi di Messina, 1 alla diocesi di Molfetta, 2 alla diocesi di Napoli, 1 alla diocesi di Nardò-Gallipoli, 2 alla diocesi di Nocera-Sarno, 1 alla diocesi di Noto, 1 alla diocesi di Oppido Mamertina, 1 alla diocesi di Piazza Armerina, 1 alla diocesi di Pozzuoli, 1 alla diocesi di Palermo, 3 alla diocesi di Roma, 2 alla diocesi di Salerno, 1 alla diocesi di Teano-Calvi, 7 alla diocesi di Teggiano-Policastro, 1 alla diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, 4 alla diocesi di Tursi-Lagonegro, 1 alla diocesi di Tricarico, 1 alla diocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado nonché 1 dell’Ordinariato Militare. Di questi 42 sono diocesani, 7 appartengono a istituti religiosi mentre i seminaristi sono in tutto 9.
Gli identikit
Nel dossier spunta un influente coadiutore di una basilica che gira con l’autista, si finge diplomatico, promette posti di lavoro e paga gli escort con postepay. C’è anche il direttore di un Ufficio diocesano per la pastorale scolastica che si vanta di conoscere Laura Pausini ed è alla ricerca di incontri di natura sessuale tramite app.
C’è il parroco che organizza gang bang in canonica. C’è il monsignore che è agli arresti domiciliari con l’accusa di abuso su minore ma organizza indisturbatamente incontri con uomini tramite Grindr. C’è il sacerdote del Potentino che il sabato sera frequenta disco gay-friendly in Calabria, s’ubriaca e fa sesso.
C’è il religioso pugliese che organizza in convento orge con un altro confratello. C’è il seminarista siciliano che eiacula in webcam davanti alla statua della Madonna di Fatima. C’è il giovane sacerdote della zona di Tursi-Lagonegro che predilige i rapporti di gruppo ed è ossessionato da un seminarista che vuole coinvolgere nelle serate.
Le conversazioni pubblicate da Il Fatto Quotidiano
Ammiccamenti in chiesa
Gli approcci anche durante la celebrazione della Santa Messa. Lo stesso Mangiacapra è online con don M.
Mangiacapra: Un prete bono davanti a te seduto. Vicino a quello di colore.
Don M.: Ah ce ne stavano un paio. Uno mi guardava parecchio.
M.: E sì un paio. Davvero? Chi era?
Don M.: Era davanti a me un attimo a destra.
M.: Booo. Quello vicino al nero sta su fb (…)
Don M.: Lui mi ha fatto occhiolino al segno di pace.
M.: Mmmmmmm. Bono.
La foto-regalo
Nel dossier non mancano scambi di battute (e foto) tra preti e seminaristi. Come nel caso di don G., parroco in provincia di Matera che secondo il documento ha la passione per i festini, e un seminarista della zona con cui aveva una relazione.
Don G. (dopo avere inviato una foto): Visto che bel regalo?
Seminarista: Il più bello. Mmmmm.
Don G.: Ci vorrebbe dal vivo.
S.: Ci vorrebbe proprio.
Don G.: Eh, se fossi solo. Ma un altro po’ di pazienza. Poi io avrò la stanza ai piani superiori, quindi puoi venire quando vuoi.
S.: Mmmmmmm. Siiiii.
Don G.: Per oggi non so come fare. Se vieni all’incontro col vescovo…
S.: Ma so’ agli esercizi.
Cam a luci rosse prima del funerale
Di sesso si parla tra una funzione religiosa e l’altra. Don C., parroco in un paese di meno di 2000 abitanti in Calabria, è in chat con un seminarista.
Don C.: Tu hai Skype?
Seminarista: Sì.
Don C.: Se vuoi ci facciamo sega in cam che poi devo scappare che ho un funerale.
S.: Adesso?
Don C.: Sì tra 5 minuti.
S.: Ok.
Una cosa a tre nell’eremo?
Padre E. si trova in un convento in Puglia. La chat con l’interlocutore che si presenta come sacerdote di una piccola chiesa ortodossa era iniziata con la curiosità su cosa ci sia sotto la tunica del religioso. Quando il prete ortodosso invia una sua foto con pene in erezione, padre E. chiede: “Quando?”.
Altro: Stamattina.
Padre E.: Intendevo quando posso scoparti.
A.: Vieni al mio paese?
Padre E.: Potrei, oppure vieni tu. (…) Vieni facciamo a tre, ti va?
A.: Dove scopi?
Padre E.: Abbiamo una struttura privata.
A.: Dove?
Padre E.: Un eremo nella foresta.
A.: Ah ok. Scopi pure nel convento?
Padre E.: Se non c’è nessuno. Tu sei passivo?
A.: V (versatile, ndr).
Padre E.: Ti andrebbe a tre?
A.: Certo. Chi sarebbe il terzo? Hai foto? Lui è passivo?
Padre E.: Vers (versatile, ndr). Ma lo vuole soprattutto.
“Preghiamo un po’?” “Vuoi solo pregare?”
Don A. è parroco vicino a Urbino. Anche lui non disdegna le conversazioni in chat, come in questa con un seminarista.
Don A.: Vieni a trovarmi.
Seminarista: Dove?
Don A.: Da me.
S.: E che facciamo?
Don A.: Preghiamo un po’.
S.: Sì?
Don A.: Non vuoi?
S.: Solo pregare?
Don A.: No.
S.: Poi?
Don A.: Si vedrà
S.: Cioè?
Don A.: Quello che ti va. Tutto.
E come nelle migliori chat erotiche non mancano i giochi di parole, le allusioni. Come quelle di Don F., responsabile di una parrocchia nell’arcidiocesi di Salerno, che stuzzica il suo interlocutore: “Un bicchiere di vino, magari qualcosa di dolce”.
Altro: Una banana magari o no?
Don F.: Un babbà.
A.: Con crema bianca.
Chi è l’escort Mangiacapra
Francesco Mangiacapra è un escort napoletano sulla trentina che ha iniziato a prostituirsi quando ha capito questo: “È meglio vendere il corpo, piuttosto che svendere il cervello”. Come clienti ha avuto magistrati, politici, militari. E soprattutto tanti preti. Noto quale autore del libro autobiografico Il numero uno. Confessioni di un marchettaro e quale accusatore di “don Euro”, ovvero don Luca Morini incastrato dalle “Iene” per la sua vita lussuosa fatta di sesso e droga.